SIRACUSA

Un viaggio all’origine della Civiltà. A SIRACUSA, con la tentazione di perdersi nel mito, come d’incanto, tutto è a portata di mano: storia, arte, leggende, mare, natura….. L’incontro tra storia e paesaggio, a Siracusa, fondata dai Corinzi nel 754 a.C., si compie in maniera naturale. Antico crocevia di tante civiltà, ognuna delle quali ha qui lasciato una sua traccia. Siracusa, merita una visita di più giorni, che permetterà al visitatore di scoprire tutte le testimonianze del suo splendido passato: l’isola fortificata di Ortigia e i quattro distinti distretti di: Acradina, Tyche, Epipolae e Neapolis.

Grazie al risanamento urbano e al restauro dell’imponente patrimonio storico dell’Isola di Ortigia, recentemente, la città di Siracusa con la sua incomparabile storia, insieme alla Necropoli di Pantalica del 13° secolo a.C. (a circa 18 km da Siracusa), è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Il Teatro Greco di Siracusa, è forse il monumento più famoso dei siracusani, esso è per dimensioni il più grande della Magna Grecia e della Grecia stessa. Costruito nel V secolo a.C. sulle pendici sul lato sud del colle Temenite e rifatto nel III secolo a.C. e ancora ritrasformato in epoca romana, esso è stato protagonista di grandi spettacoli di autori famosi sia greci che locali e ha visto rappresentazioni teatrali che continuano ancora ai giorni attuali. Al tempo della polis, veniva usato anche come sede delle riunioni tra Popolo e Tiranni.
L'Anfiteatro Romano di Siracusa; altro monumentale antico teatro, di epoca romana, tra i più grandi d'Italia. Risalirebbe alla fine del I secolo a.C., ma non vi sono documenti certi che ne affermano la data di origine; veniva usato per le lotte tra gladiatori. Al suo ingresso, o nelle sue vicinanze vi era un arco trionfale di epoca augustea, chiamato Arco augusteo di Siracusa.

Il Parco della Neapolis deriva da Nea-polis, ovvero nuova città, poiché in tempi grechi Siracusa si estese a tal punto da definirsi Pentapoli ovvero, il luogo dalle cinque città; la Neapolis, era una di queste. Questo sito oggi comprende numerosi monumenti di epoca greca e romana.
L'Orecchio di Dionisio, famosa latomia a forma di orecchio legata alla leggenda sul tiranno Dionisio.
Affascinato dall'acustica e dalla suggestione del luogo, il Caravaggio ambientò in questa latomia il celebre quadro Il seppellimento di Santa Lucia.
Vivant Denon visitando la grotta, volle verificare la veridicità della leggenda secondo cui Dionigi ascoltasse i discorsi dei prigionieri, ma comprese che la sovrapposizione di suoni rende l'ascolto del tutto confuso:
« È vero che nella famosa grotta vi è una piccola camera, all’abside della volta, dove, si dice, che l’ascoltatore venisse a piazzarsi. […] Decisi dunque di farmi aiutare a salire nella camera. Ci riuscii non senza fatica ed ecco qui ciò che vidi: una camera lunga dieci piedi e sei pollici su quattro piedi di larghezza che si andava restringendo fino a due piedi e dieci pollici, […] mi misi dapprima all’ingresso della grotta. Finché vi fu solo una persona che parlò in tono normale, la sentii distintamente in qualunque punto della grotta si trovasse, nel medesimo modo in cui l’avrei sentito da giù. Quando parlò a voce bassa, quasi segretamente, sentii un sussurro e niente di articolato; e quando due persone parlarono contemporaneamente, percepii soltanto un brusio di suoni discordanti e confusi che non lasciavano distinguere parola alcuna. »
Altri monumeti altrettanto affascinanti presenti nel parco della Neapolis sono: la Latomia del Paradiso; la Piscina Romana, La Grotta del Ninfeo, dalla quale sgorga l'acqua proveniente dall'acquedotto Galermi; La Grotta dei Cordari e diversi altri siti.
Un capitolo a parte è necessario per descrivere la Fonte Aretusa, specchio d’acqua nell’isola di Ortigia, nella parte più antica della città siciliana, luogo di incontro tra realtà e leggenda.
Nella Fonte Aretusa infatti è ambientata la leggenda di Aretusa e Alfeo, uno dei miti più affascinanti di Siracusa. Il dio Alfeo, figlio del dio Oceano, si innamorò di lei spiandola mentre faceva il bagno nuda. Aretusa però fuggì dalle sue attenzioni, scampando sull'isola di Ortigia, a Siracusa, dove la dea Artemide la tramutò in una fonte. Zeus, commosso dal dolore di Alfeo, lo mutò in fiume a sua volta, permettendogli così, dal Peloponneso, in Grecia, di percorrere tutto il Mar Ionio per unirsi all'amata fonte.
La tradizione vuole che Archia, prima di partire per fondare la colonia, interpellasse l'oracolo di Delfi che così gli rispose: "Un'isoletta, Ortigia, in mezzo al fosco mare ne sta, di contro alla Trinacria, ove la bocca sgorga dell'Alfeo, mista alla polla d'Aretusa bella". Anche Orazio Nelson rimase incantato dalla fonte, e quando sostò a Siracusa nel giugno del 1798, prima di affrontare Napoleone ad Abukir scrisse: "Grazie ai vostri sforzi noi ci siamo riforniti di viveri ed acqua, e sicuramente avendo attinto alla Fonte Aretusa, la vittoria non ci può mancare".